Negli ultimi dieci anni, l’insegnamento dell’inglese nel mondo ha vissuto una trasformazione profonda e continua. Il nuovo report del British Council, What’s Changed in English Language Teaching? (Motteram & Dawson, 2025), analizza come siano cambiate le pratiche didattiche, la formazione dei docenti e la stessa idea di cosa significhi “sapere l’inglese” tra il 2014 e il 2024.
Uno dei cambiamenti più evidenti riguarda l’uso dell’inglese non solo come materia scolastica ma come lingua veicolare per l’insegnamento di altre discipline. Questo fenomeno riflette una tendenza globale: molti insegnanti di scienze, informatica o turismo, come accade spesso anche in ITS Academy, insegnano “anche in inglese”.
Oggi l’insegnamento dell’inglese mira anche a sviluppare competenze trasversali e professionali: collaborazione, pensiero critico, flessibilità e competenze digitali. Nel mondo del lavoro globale, l’inglese non è solo comunicazione, ma occupabilità (employability skills).
TuttoITS ne ha parlato con la dottoressa Clare Burke, responsabile per l’insegnamento della lingua inglese in Italia presso il British Council.
Nel report si parla di come l’insegnamento dell’inglese sia cambiato negli ultimi dieci anni. Qual è, secondo lei, la trasformazione più rilevante?
«Negli ultimi dieci anni, il mondo dell’istruzione ha vissuto un cambiamento senza precedenti, sia per gli insegnanti sia per gli studenti di inglese. La nuova realtà offre oggi una maggiore accessibilità e un’esposizione all’inglese senza paragoni, insieme all’uso dell’intelligenza artificiale come strumento di supporto per docenti e studenti. Solo pochi anni fa sembrava impensabile utilizzare la tecnologia per aprire possibilità di apprendimento del tutto nuove — soprattutto alla velocità con cui stiamo ora integrando questi strumenti. L’IA sta trasformando non solo il modo in cui l’istruzione viene erogata, ma anche il modo in cui è accessibile e vissuta.
Nell’attuale panorama, tuttavia, è la maggiore esposizione alle molteplici varietà di inglese, resa possibile dalla comunicazione digitale e dalla connettività globale, a ridefinire il nostro modo di concepire la lingua. L’inglese non è più visto come un unico standard “da madrelingua”, ma come una vera e propria lingua franca, una lingua globale. Questa nuova consapevolezza sta spingendo verso l’abbandono del tradizionale modello di insegnamento “English-only”, a favore di approcci multilingue che valorizzano la lingua madre e il background culturale degli studenti. In questo modo si rafforza l’importanza di una pedagogia inclusiva, capace di rispecchiare la realtà delle aule contemporanee».
Come è cambiato il ruolo dell’insegnante di inglese oggi rispetto al passato?
«Sebbene le nuove tecnologie possano essere strumenti utili per automatizzare alcuni aspetti del lavoro dell’insegnante, credo che il ruolo dell’insegnante di inglese oggi sia più importante che mai. L’epoca in cui l’insegnamento si concentrava esclusivamente sulla grammatica, accuratezza e modelli di madrelingua è ormai alle nostre spalle.
Nella mia esperienza, gli insegnanti del British Council stanno continuamente evolvendo la propria pratica didattica, integrando strumenti digitali e sviluppando la propria competenza digitale come parte del loro percorso di crescita professionale. Essi comprendono il proprio ruolo come facilitatori dell’apprendimento, impegnati a sviluppare la fiducia e la competenza comunicativa degli studenti, affinché l’inglese diventi uno strumento concreto per lo studio, il lavoro e la comunicazione interculturale.
Oggi il ruolo dell’insegnante non consiste più necessariamente nello stare davanti alla classe parlando agli studenti, ma nell’essere al loro fianco — guidandoli, incoraggiandoli e aiutandoli a trovare la propria voce in inglese».
Pensa che l’utilizzo dell’intelligenza artificiale possa migliorare l’apprendimento dell’inglese? Se sì, come andrebbe impiegata in classe?
«Sì, l’intelligenza artificiale può sicuramente migliorare l’apprendimento dell’inglese, se utilizzata in modo consapevole ed etico. Offre infatti un enorme potenziale per personalizzare il percorso di apprendimento.
Dal punto di vista degli studenti, l’IA può essere un potente alleato quando viene usata per favorire l’autonomia e non la dipendenza. Tuttavia, gli studenti hanno bisogno di essere guidati per imparare a utilizzarla in modo critico e responsabile.
Dal punto di vista degli insegnanti, invece, l’IA può alleggerire il carico di compiti ripetitivi, liberando tempo prezioso in classe per ciò che conta davvero: l’interazione, la creatività e la connessione umana che rendono l’apprendimento autentico».
Molti studenti imparano l’inglese fuori dai banchi, soprattutto grazie ai social, ma anche musica, film e serie tv. Come possono gli insegnanti valorizzare questi modi “informali” di imparare?
«Esatto, l’esposizione degli studenti alla lingua inglese non è mai stata così ampia e accessibile, ed è un vero dono per gli insegnanti. Possiamo aiutarli a collegare queste esperienze informali all’apprendimento in classe incoraggiando la riflessione, la condivisione del vocabolario e attività creative ispirate a ciò che già li appassiona.
Quando gli studenti si rendono conto che l’inglese autentico li circonda ovunque, la motivazione e la fiducia crescono in modo naturale».
Che tipo di inglese serve davvero nel mondo del lavoro oggi: quello “scolastico” o qualcosa di diverso? Come si può rendere l’insegnamento dell’inglese più utile e pratico per il contesto professionale?
«È ancora assolutamente vero che stiamo preparando i giovani a professioni che oggi non esistono ancora. Anche in ambiti molto pratici e “tradizionali”, come la meccanica e l’automazione, i meccanici oggi interpretano dati provenienti da software diagnostici, comunicano con fornitori e operano sempre più in sistemi globali. Tutte queste attività richiedono una comunicazione reale e funzionale.
Per questo motivo, l’insegnamento dell’inglese oggi dovrebbe mirare a valutare la capacità degli studenti di collaborare, negoziare e risolvere problemi in inglese. Collegare l’uso dell’inglese nel mondo reale al contesto scolastico, esponendo gli studenti a scenari autentici di lavoro, alla comunicazione digitale e a contesti interculturali, aiuta davvero a rafforzare l’idea che l’inglese sia uno strumento di comunicazione, non solo una materia di studio».
Molti studenti, specialmente quelli delle ITS Academy, hanno bisogno dell’inglese per sapersi muovere in ambienti internazionali. Quali competenze linguistiche sono più importanti in questo caso?
«Nei contesti internazionali, le competenze più importanti sono l’agilità comunicativa e la consapevolezza interculturale. Gli studenti devono essere in grado di comprendere una varietà di accenti, esprimere le proprie idee in modo chiaro e diplomatico, e adattare tono e registro a interlocutori diversi. Oltre alle abilità di produzione e comprensione orale, risultano fondamentali competenze come la negoziazione del significato e la sensibilità culturale: oggi l’inglese non riguarda tanto la perfezione formale, quanto la capacità di costruire connessioni autentiche e comprensione reciproca oltre i confini linguistici.
In questo senso, adottare un approccio multilingue in classe è estremamente vantaggioso. Riflette infatti la realtà dell’uso globale dell’inglese — in contesti multilingue e multiculturali — e aiuta gli studenti a valorizzare la propria lingua madre come strumento di apprendimento, anziché considerarla un ostacolo. Riconoscendo e valorizzando tutte le lingue presenti in aula, gli insegnanti possono promuovere una comprensione più profonda, maggiore inclusione e fiducia. Inoltre, ciò incoraggia gli studenti a percepire l’inglese come parte di un repertorio linguistico più ampio, preparandoli a comunicare in modo flessibile e rispettoso nei contesti internazionali».
Se dovesse dare un consiglio agli studenti che vogliono migliorare il loro inglese, quale sarebbe?
«Non esiste un unico modo giusto per imparare una lingua — tutto dipende da ciò che mantiene gli studenti motivati e coinvolti. Di certo, combinare lo studio formale con i propri interessi personali è molto utile.
Rendere l’inglese parte della vita quotidiana — ad esempio guardare una serie americana in lingua originale, seguire un giornalista sportivo internazionale su Instagram, o ascoltare musica e podcast in inglese — può rendere l’apprendimento più piacevole e significativo.
Qualsiasi attività che offra un’esposizione costante alla lingua reale aiuta a collegare ciò che si impara in classe con l’esperienza quotidiana, creando le basi per un apprendimento duraturo e di successo».














